Lampadario Gardella

Codice :  MODILL0001376

non disponibile
Lampadario Gardella

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Lampadario Gardella

Caratteristiche

Designer:  Ignazio Gardella

Produzione:  Azucena

Modello:  Padina

Periodo:  1950 - 1959

Materiale:  Ottone , Vetro

Descrizione

Lampadario a sospensione. Ottone, vetro.

Condizione prodotto:
Lampada in buone condizioni, presenta piccoli segni di usura.

Dimensioni (cm):
Altezza: 101
Diametro: 53

Informazioni aggiuntive

Designer: Ignazio Gardella

Ignazio Gardella (Milano, 30 marzo 1905 - Oleggio, 15 marzo 1999) è stato un architetto, ingegnere e designer italiano. Nato in una famiglia di architetti, il capostipite è l'omonimo bisnonno Ignazio Gardella si laurea in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1928. La lunga attività professionale, che inizia prima della laurea alla fine degli anni '20 con il padre Arnaldo Gardella, produce un'enorme quantità di progetti e realizzazioni. Tra i primi edifici si può ricordare il Dispensario Antitubercolare di Alessandria. Prima della guerra sono da rimarcare anche alcune importanti partecipazioni a concorsi d'architettura, come quello per la costruzione della Casa del Fascio di Oleggio insieme all'architetto Luigi Vietti. Nel primo dopoguerra Gardella riprende l'attività con pieno vigore producendo molte opere importanti e alcuni capolavori, come le case Borsalino ad Alessandria (1952). Numerosi i riconoscimenti ricevuti, tra i quali: il premio nazionale Olivetti per l'Architettura (1955), la Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte (1977), il Leone d'oro alla carriera dalla Biennale di Venezia (1996), i titoli di membro onorario del RIBA (Royal Institute of British Architects), di membro dell'Accademia nazionale di San Luca e socio onorario dell'Accademia di Belle Arti di Brera. L'architettura di Gardella mantiene sempre una compostezza che si potrebbe definire classica. Ciò lo si desume sia dalla estrema raffinatezza del dettaglio, che lo accosta talvolta al contemporaneo amico Franco Albini, sia dal controllo del disegno complessivo dell'edificio e dello spazio architettonico. Nella sua architettura c'è la preoccupazione di distaccarsi dall'immediato, dalla moda del momento, e di ricercare un altrove senza tempo. -

Produzione: Azucena

Quella dell'Azucena è una storia nata dal dialogo tra produttore, architetto, artigiani e clienti. Tutto comincia nel 1947, quando un gruppo di giovani milanesi - Luigi Caccia Dominioni, Corrado Corradi Dell'Acqua, Ignazio Gardella, Maria Teresa e Franca Tosi - decide di avviare la produzione di mobili disegnati da alcuni di loro per potere disporre di un repertorio di arredi pronti, dai divani fino alle maniglie, dai tavoli ai fermaporte, per le case che vanno progettando. Sono mobili e oggetti sperimentali che modificano la consuetudine, contemplando l'impiego senza preconcetti di materiali nuovi, spesso accostati a quelli tradizionali in modo del tutto sorprendente. Persino la realizzazione è laboriosa e complessa perché i loro componenti sono molteplici e possono provenire indifferentemente dall'industria o dall'artigianato. La lacca, l'ottone cromato lucido, il cristallo rivelano una costante ricerca di luminosità, di brillantezza, di trasparenze, nei materiali come nelle finiture e nei colori, per rifuggire da una convenzionale severa opacità. Gli arredi sono spesso chiamati in modo prosaico (Imbuto, Boccia, Fasce Cromate, Ventola, Toro) ad indicare, in una sintetica visione organicistica, una forma, un principio costitutivo; in altri casi i nomi sono ricavati dal toponimo (Arenzano, Bordighera, Sant'Ambrogio o San Siro) utilizzato per designare la specifica architettura che originariamente li conteneva e dava ragione del loro disegno. Alla base, dunque, di ogni singolo pezzo Azucena esiste una particolare condizione architettonica che esso continua a riverberare, riproducendo l'eco di una ragione d'essere.

Periodo: 1950 - 1959

Materiale:

Ottone

Vetro

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