Credenza Luigi Filippo

XX Secolo - dal 1901 al 2000

Credenza a due ante sormontate da altrettanti cassetti, ornati con cornici intagliate, reimpiegate da mobili antichi.

Mobile buffet ad ante battenti e ribalta centrale. Legno impiallacciato Frassino, piano in vetro retro trattato. maniglie decorative in ceramica.

Fine XIX Secolo

Cassapanca trasformata in credenza, sul fronte sono state ricavate due ante e il piano è stato bloccato. In abete.

Mobile ad ante battenti e cassetti a vista, legno impiallacciato Palissandro.

XX Secolo - dal 1901 al 2000

Specchiera in stile da appoggio, sorretta da due piedi leonini, è intagliata con motivi a volute e un putto nella cimasa, è parzialmente dorata; il vetro bisellato presenta una rottura.

Credenza a doppio corpo ad ante battenti. Legno impiallacciato Frassino e piano in formica.

Credenza a doppio corpo, ante a vetro nella parte superiore e cassetti e ante piene nella parte inferiore. Legno impiallacciato Frassino e piano in formica.

In stile Neorinascimento

Mobile in stile neorinascimento, sorretto da zampe leonine, sul fronte presenta un'anta sormontata da un cassetto nella fascia sottopiano. Interamente intagliato sul fronte e sui montanti con mascheroni, festoni fogliacei e volute fitomorfe di gusto neorinascimento; in noce e olmo.

Mobile credenza ad ante battenti e ribalta, legno impiallacciato mogano, gambe e particolari in metallo smaltato.

XIX Secolo - dal 1801 al 1900

Credenza piemontese sorretta da piedini dei quali quelli anteriori torniti, sul fronte presenta due ante inquadrate tra semicolonne alla Jacob, a sostenere la fascia sottopiano leggermente aggettante, nella quale si trova un cassetto. In noce, gli interni sono in pioppo; in origine portava un'alzata.

Mobile credenza ad ante battenti e ribalta centrale. legno impiallacciato mogano e palissandro, vetro serigrafato.

Inizio XX Secolo

Cassettone "Ducrot" sorretto da piedini torniti, sul fronte presenta tre cassetti inquadrati tra coppia di lesene a sorreggere la fascia sottopiano; in mogano, sono ornati con intagli dorati, il piano è in marmo. Vittorio Ducrot assunse nel 1902 la direzione del mobilificio del patrigno, rinominandolo "Studio Ducrot", riuscendo ad affermarsi sempre più nel campo della produzione artigianale e industriale degli arredi siciliani. Specializzandosi nella progettazione e nella realizzazione di arredi di massa, si avvalse della collaborazione di alcune tra le più importanti personalità artistiche dell'epoca. Tra queste va certamente annoverato Ernesto Basile, architetto che agli inizi del Novecento ne ricoprì la carica di art director, portando l'azienda al successo internazionale.