Dipinto di Enzo Kabregu - Lavandaia
Caratteristiche
Lavandaia
Artista: Enzo Domestico Kabregu (1906-1971)
Titolo opera: Lavandaia
Epoca: XX Secolo - dal 1901 al 2000
Soggetto: Scene di Genere
Tecnica artistica: Pittura
Specifica tecnica: Olio su Tela
Descrizione : Lavandaia
Olio su tela. L'artista italo-albanese Kabregu (nome d'arte che attinge alla lingua d'origine) scelse come soggetti delle sue opere i colori e i personaggi popolari della sua terra d'origine, la Calabria montana e la colonia italo-albanese di Lungro ove visse. Il soggetto delle lavandaia è stato da lui riproposto diverse volte. Kadregu guarda all'impressionismo nelle scelte cromatiche e nei di giochi di luce, seppur ricorrendo ad una un uso fortemente materico dei materiali pittorici. Il dipinto presenta un piccolo strappo in basso a destra. E' presentato in cornice in stile.
Condizione prodotto:
Prodotto in buone condizioni, presenta piccoli segni di usura. Cerchiamo di presentare lo stato reale nel modo più completo possibile con le foto. Qualora alcuni particolari non risultassero chiari dalle foto, fa fede quanto riportato nella descrizione.
Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 75
Larghezza: 75
Profondità: 4
Dimensioni opera (cm):
Altezza: 60
Larghezza: 60
Informazioni aggiuntive
Artista: Enzo Domestico Kabregu (1906-1971)
Enzo Domestico nato nel 1906 a Acquaformosa (Cosenza), prende il nome d'arte Kabregu, pseudonimo dal toponimo Bregu – ovvero Brego in Lungro, la cittadina nella valle dell'Esaro, tra i maggiori centri della comunità albanese d'Italia (arbà«reshe ovvero italo-albanese). Per volere del padre si iscrive all'Istituto tecnico agrario di Cosenza e successivamente si immatricola ai Corsi per ingegnere agronomo a Napoli. Nella città partenopea entra in contatto con gli ambienti artistici dove coltiva con grande passione la sua naturale predisposizione per la pittura e le arti figurative. Entra nella Reale Accademia delle Belle Arti di Napoli dove incontra molti maestri della pittura partenopea. Terminati gli studi a Napoli, Kabregu si trasferisce a Roma e successivamente soggiorna in alcune città del Nord Europa dove, grazie alle frequentazioni di molti circoli artistici, la sua formazione culturale si arricchisce sempre più, evidenziando la sua predilezione per la corrente impressionista. Nel 1934, a 28 anni, lascia l'Italia per spostarsi definitivamente in Uruguay, stabilendosi nella città di Montevideo, inserendosi subito nei circoli culturali della capitale uruguaya. Nella Scuola italiana di Montevideo insegna arte per ben 25 anni. Nel 1954 con la moglie fonda un laboratorio di ceramica. Nel 1960 torna in Europa e riprende i contatti con i più importanti ambienti artistici. Assieme allo scultore Zorilla e al pittore Garino, nel 1964, riorganizza l'Istituto di Belle Arti «San Francesco d'Assisi » di Montevideo. Nel 1968 gli viene conferito il titolo di Cavaliere dell'Ordine del Merito della Repubblica Italiana e riceve la Medaglia d'oro dalla colonia calabrese d'Uruguay. Instancabile studioso dei grandi maestri, Kabregu si distingue per le chiazze pastello dell'impressionismo e per le figure armonicamente spigolose del cubismo. Le opere realizzate in Italia, così come nel Paese latino-americano, si nutrono del richiamo alle radici arbà«reshe (italo-albanesi): i colori delle colline lungresi, i pendii montani, le umili case dei contadini, il duro lavoro dei salinari, le gjitonie (vicinati) lungresi, così come le placide acque del Mar Ionio, rappresentano un'inesauribile fonte di ispirazione artistica.Epoca: XX Secolo - dal 1901 al 2000
IL XX secolo è caratterizzato dal prevalere della borghesia sulla classe operaia e dalla scoperta che la vita continua ad essere una lotta per la sopravvivenza e per migliorarne la qualità. Il progresso tecnologico, anziché favorire tale sviluppo, diventa strumento di meccanizzazione e di inaridimento dell'uomo, che ha bisogno di cercare un “supplemento d'anima” e nuove forme per esprimerlo. Nascono pertanto tutta una serie di correnti artistiche che realizzano opere esprimendo l'interiorità dell'uomo, che evocano dall'intimo la realtà piuttosto che rappresentarla, e la raffigurano utilizzando, in libertà, le forme e i colori. Si hanno perciò, il Decadentismo con l'Art Nouveau, il Fauvismo di Matisse e Braque, il Cubismo di Picasso, poi ancora l'Espressionismo con Munch, l'Astrattismo di Kandinskij e la pittura Metafisica di Carrà e De Chirico. Numerose sono le correnti e i gruppi di artisti e intellettuali che utilizzano l'Arte come un Manifesto del loro pensiero, spesso anche con una connotazione politica.Scopri di più sul XX secolo con i nostri approfondimenti:
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