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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

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Dipinto di Giovanni Muzzioli - Bacco Ebbro

Caratteristiche

Bacco Ebbro

Artista:  Giovanni Muzzioli (1854-1894)

Titolo opera:  Bacco Ebbro

Epoca:  XIX Secolo - dal 1801 al 1900

Soggetto:  Ritratto/Volto

Tecnica artistica:  Pittura

Specifica tecnica:  Olio su Tela

Descrizione : Bacco Ebbro

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Il dio è raffigurato in piedi a riempire la scena, rivestito solo di un telo che gli cinge i lombi e da foglie d'edera, poste sui fianchi e sulla testa, mentre regge in una mano un calice; lo sguardo è vacuo e stralunato. Alle sue spalle, un putto semisdraiato gioca con dell'edera. All'intorno, nuvole bianche, così come è bianco il terreno d'appoggio, con sprazzi di cielo azzurro e un cespuglio verde a creare gli unici contrasti. Al retro dell'opera è presente etichetta "Mario Galli Collezione d'Arte", con numero di catalogazione 64 e scritta autografa dell'artista. L'opera ben rappresenta la pittura di questo artista modenese d'origine, ma che si formò artisticamente prima a Roma poi a Firenze, ove trascorse gran parte della vita. La sua ricca produzione propose inizialmente soprattutto soggetti storici, ma poi si volse anche al ritratto e infine al paesaggio: la sua unicità si riconosce nella capacità di spaziare dal soggetto storico, spesso collocato in ambientazioni ricavate dall'antica Pompei, al naturalismo di stampo macchiaiolo, del suo secondo periodo, nel quale il Muzzioli ricercava una significativa percezione dell'atmosfera e della luce in soggetti ispirati all'ambiente rurale toscano, spesso collocati nell'antichità. In quest'opera, un ritratto di un personaggio mitologico, traspare fortemente l'intento luministico dell'artista, la ricerca dell'effetto della luce che gioca nei corpi nudi del dio e del putto, a sfumare poi nello sfondo. L'etichetta della Galleria d'arte riconduce al fiorentino Mario Galli (1877 -1946), scultore che fu anche importante collezionista di opere soprattutto di macchiaioli. L'opera presenta un cretto importante ed è stata ritelata. E' presentata in cornice in stile.

Condizione prodotto:
Prodotto in buone condizioni, presenta piccoli segni di usura. Cerchiamo di presentare lo stato reale nel modo più completo possibile con le foto. Qualora alcuni particolari non risultassero chiari dalle foto, fa fede quanto riportato nella descrizione.

Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 87
Larghezza: 63
Profondità: 5

Dimensioni opera (cm):
Altezza: 77
Larghezza: 52

Informazioni aggiuntive

Artista: Giovanni Muzzioli (1854-1894)

Nato a Modena il 10 febbraio 1854, Giovanni Muzzioli nel 1867 entrò all'Accademia di belle arti della città natale, dove studiò disegno e figura e seguì le lezioni di Mario Discovolo, che aveva introdotto nella pittura di paesaggio un nuovo approccio ai temi naturalistici mediante lo studio diretto del vero, e quelle di Ferdinando Manzini, docente di decorazione e scenografo del teatro Comunale, da cui apprese soluzioni compositive e repertori che si rivelarono presto utili alla mise en scène dei suoi soggetti storici. Nel 1872 esordì all'Esposizione nazionale di Milano del 1872, aggiudicandosi il premio Poletti, che prevedeva un pensionato di studio di quattro anni, per il primo triennio presso l'Accademia di S. Luca a Roma e per l'ultimo anno in quelle di Firenze o Venezia. Nel 1873 si trasferì quindi a Roma, all'Accademia di San Luca, e nel 1876 si spostò a Firenze, dove venne presto in contatto con i principali esponenti del naturalismo toscano e della pittura di macchia; intrecciò rapporti con il gruppo dei 'parionisti e con il Circolo artistico fiorentino (poi CAF), allora animato da Diego Martelli e Corrado Ricci. La frequentazione di questo ambiente stimolò una riflessione sul paesaggio, che fu però inizialmente surclassata dal successo dei dipinti di soggetto storico, dai ritratti e dalle scene di genere d'ambientazione romana. All'Esposizione universale di Parigi del 1878 approfondì la riflessione sulla pittura di storia cosiddetta di genere, ambientata nell'antichità o in un piacevole e rassicurante ambiente Impero, descritto con senso archeologico e aggiornato attraverso una cultura figurativa internazionale e una serrata dialettica tra ideale e vero. Partecipò attivamente alla vita culturale fiorentina, rivestendo anche incarichi di rappresentanza e di merito nelle associazioni artistiche della città. Le sue opere entrarono nelle più prestigiose collezioni della città. Sulla scia del naturalismo toscano si volse alla rappresentazione di idilli e corteggiamenti in costume. Dopo il 1887 espose nelle mostre istituzionali solo opere ispirate all'antica Roma. Grazie al sostegno del gallerista fiorentino Luigi Pisani,ottenne grandi riconoscimenti. Datano alla seconda metà degli anni Ottanta, accanto a opere su commissione di tematica elegiaca e galante, anche scene borghesi d'interno e scene di vita quotidiana en plein air, in cui divenne dominante la conquista di quella luminosità già cara al mercato estero. Particolare successo riscosse all'Esposizione nazionale di belle arti di Bologna del 1888; nel 1890 collaborò insieme ad altri artisti fiorentini alla prima edizione illustrata di Le veglie di Neri di Renato Fucini (Ulrico Hoepli, Milano) e nel 1891 partecipò all'Esposizione di bozzetti al Circolo artistico, che raccoglieva studi dal vero di piccole dimensioni ispirati alla vita quotidiana: un genere che trovò fortuna, in Toscana e fuori, per il carattere estemporaneo e aneddotico. Nel 1891 fu eletto nella Giunta di belle arti presso il ministero della Pubblica Istruzione, lavorando dal 1893 nella commissione per gli acquisti della Galleria d'arte moderna di Roma. Risale a questo periodo un nutrito gruppo di ritratti. Nel 1893 tornò a Modena, ove morì nell'agosto del 1894.

Epoca: XIX Secolo - dal 1801 al 1900

Le rivoluzioni in Europa tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, accelerando cambiamenti sociali, politici ed economici, favoriscono la nascita di un nuovo movimento artistico, il Romanticismo, che pone al vertice dei valori umani il sentimento e l'amor di patria e che, distaccandosi dalle forme del Neoclassicismo, propone uno stile che mostra le emozioni profonde dell'uomo, suscitate dalla vita reale. In particolare nella pittura si impongono i soggetti storici, le scene di vita popolare e di lotta patriottica, il paesaggio come espressione dell'amore per la natura e i soggetti orientalisti. Per esprimere emozioni e sentimenti, si cominciano ad utilizzare colori vivi, si sfumano i contorni, aumentano i contrasti di luci, per arrivare poi progressivamente ad una pittura, con i Macchiaioli prima econ gli Impressionisti poi, “en plein air”, pura esaltazione delle emozioni, degli effetti cromatici, delle impressioni soggettive.
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Soggetto: Ritratto/Volto

Tecnica artistica: Pittura

La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto come la carta, la tela, la seta, la ceramica, il legno, il vetro o un muro. Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, che li porti a uno stadio liquido, più fluido o più denso, e un collante, che permetta l'adesione duratura al supporto. Chi dipinge è detto pittore o pittrice. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte.

Specifica tecnica: Olio su Tela

La pittura a olio è una tecnica pittorica che utilizza pigmenti in polvere mescolati con basi inerti e oli.

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