Piccolo Dipinto di Tito Pellicciotti

Cavallo e Asinello

Codice :  ARARNO0201455

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Piccolo Dipinto di Tito Pellicciotti

Cavallo e Asinello

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Piccolo Dipinto di Tito Pellicciotti - Cavallo e Asinello

Caratteristiche

Cavallo e Asinello

Artista:  Tito Pellicciotti (1872-1943)

Titolo opera:  Cavallo e asinello

Epoca:  XX Secolo - dal 1901 al 2000

Soggetto:  Animali

Tecnica artistica:  Pittura

Specifica tecnica:  Olio su Cartone

Descrizione : Cavallo e asinello

Olio su cartone. Firmato in basso a sinistra. Tito Pellicciotti, di origini abruzzesi, si formò alI'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di F. Palizzi,dal quale derivò l'attenzione per le figure di animali, che riprodusse sia nella calma della stalla sia liberi e al pascolo. Dipinse anche paesaggi, quadri di genere, teste di contadini, particolarmente intense, e dal 1920, dopo un soggiorno in Nordafrica, anche soggetti arabi. La sua pittura si distingue inoltre per la scelta di colori brillanti. Anche i questo piccolo dipinto compaiono gli animali come protagonisti della scena, riprodotti liberi al pascolo. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

Condizione prodotto:
Prodotto in buone condizioni, presenta piccoli segni di usura. Cerchiamo di presentare lo stato reale nel modo più completo possibile con le foto. Qualora alcuni particolari non risultassero chiari dalle foto, fa fede quanto riportato nella descrizione.

Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 22,5
Larghezza: 33
Profondità: 1

Dimensioni opera (cm):
Altezza: 14
Larghezza: 25

Informazioni aggiuntive

Artista: Tito Pellicciotti (1872-1943)

Tiziano Pellicciotti detto Tito nasce il 2 dicembre 1873 a Barisciano, piccolo centro del circondario di L'Aquila. Suo padre Carlo, scultore di fama locale, intuisce subito la buona inclinazione del giovane al disegno e non ne ostacola gli intendimenti e la manifestata intenzione di sottoporsi alla disciplina di una preparazione più rigorosa(G.L. Marini). Ne consegue che il giovane Tito senza gravi sacrifici familiari si trasferì a Napoli e si iscrisse all'Istituto di Belle Arti partenopeo nel 1890 (G.L. Marini) ove ha per maestri Domenico Morelli e Filippo Palizzi. Dai loro insegnamenti elabora una forte connotazione verista dei primi stilemi valendosi per ciò di una pennellata morbida e corposa ed un'attenzione precipua agli aspetti luministici e cromatici. Un periodo preliminare di insegnamento (a metà degli anni ottanta) viene riferito convintamente dalla critica a Teofilo Patini . Sembra a tal riguardo quasi certo che il Nostro frequenti in quegli anni la Scuola di arti e mestieri di L'Aquila di cui il maestro altosangrino è all'epoca direttore. Lo stesso Patini poi incoraggerà il trasferimento del valoroso allievo in quel di Napoli alle soglie dei suoi vent'anni(cfr. C. Savastano, 2007). Terminato il magistero formativo nel capoluogo partenopeo (e dopo una breve frequentazione del circolo michettiano di Francavilla - cfr. M. Minati, 2010-) Pellicciotti fa ritorno nel paese natio ove dà corpo, con successo, all'attività pittorica licenziando una produzione cospicua ma del tutto accattivante nelle tematiche: memore della lezione palizziana egli rivolge altresì attenzione al mondo agreste della sua terra rappresentando interni rustici e di stalla, contadini e pastorelle, basti e greppie ma soprattutto riuscite figurine di animali domestici colti in una sorta di delicato lirismo e contornati da oggetti e vasellame della vita quotidiana, sedie spagliate e conche di rame, cipolle e fieno; non mancano interni di osteria animati da figure popolari e scorci "en plein aire" con pastorelle di pecore e tacchini o anche quadretti di strada con venditori di cipolle, suonatori ambulanti e ombrellai con pipe fumiganti; e ancora carovane pastorali, scene di caccia e alcune delicate maternità. In questa fase pittorica il Nostro, oberato peraltro da una consistente domanda di mercato (a cui invero non sempre ha corrisposto pari efficacia di risultato artistico), subisce fortemente l'influenza i un altro suo illustre conterraneo, Francesco Paolo Michetti, che per taluni è da intendere addirittura come "una sorta di subordinazione" ispirativa. Si vedano a tale proposito le insistite pastorelle in posa sullo sfondo di minuscoli borghi arroccati. L'ammirazione per il genio michettiano fu poi sostenuta da una vera amicizia personale per la quale Michetti non lesinò al Nostro apprezzamenti pubblici e stima sincera. Nel 1911 Pellicciotti partecipa alla campagna di Libia a cui allega non incidentalmente una produzione artistica del genere "orientalista" (a quell'epoca assai in voga) che estende volontariamente a tutto il 1912. I temi (in genere carovane di cammelli e dromedari fra palmizi e deserto) diligentemente annotati nel taccuino da viaggio sono poi trattati sulla tela con la solita levità, l'atmosfera quasi "favolistica" e una resa cromatica scintillante. Nel corso della sua carriera il pittore organizza numerose mostre personali in svariate città d'Italia (Roma, Napoli, L'Aquila) accolte tutte con notevole favore soprattutto dal pubblico ma delle quali non resta traccia di cataloghi o recensioni. Partecipa, in Italia e all'estero, a svariate collettive a cura di mecenati d'arte ai quali affida per la vendita la sua cospicua produzione, Le sue opere di fatto sono oggi presenti in collezioni di tutto il mondo con una certa qual prevalenza degli Stati Uniti. Tito Pellicciotti muore nel suo paese natale, Barisciano, il 12 aprile 1950. Una importante mostra retrospettiva viene ospitata nel Forte Spagnolo di L'Aquila da 3 al 30 agosto del 1993. Le sue opere registrano comunque una costante presenza sul mercato dell'arte e sono apprezzate da un pubblico sempre più vasto, nonostante un iniziale disinteresse della critica "colta"

Epoca: XX Secolo - dal 1901 al 2000

IL XX secolo è caratterizzato dal prevalere della borghesia sulla classe operaia e dalla scoperta che la vita continua ad essere una lotta per la sopravvivenza e per migliorarne la qualità. Il progresso tecnologico, anziché favorire tale sviluppo, diventa strumento di meccanizzazione e di inaridimento dell'uomo, che ha bisogno di cercare un “supplemento d'anima” e nuove forme per esprimerlo. Nascono pertanto tutta una serie di correnti artistiche che realizzano opere esprimendo l'interiorità dell'uomo, che evocano dall'intimo la realtà piuttosto che rappresentarla, e la raffigurano utilizzando, in libertà, le forme e i colori. Si hanno perciò, il Decadentismo con l'Art Nouveau, il Fauvismo di Matisse e Braque, il Cubismo di Picasso, poi ancora l'Espressionismo con Munch, l'Astrattismo di Kandinskij e la pittura Metafisica di Carrà e De Chirico. Numerose sono le correnti e i gruppi di artisti e intellettuali che utilizzano l'Arte come un Manifesto del loro pensiero, spesso anche con una connotazione politica.
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Soggetto: Animali

Tecnica artistica: Pittura

La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto come la carta, la tela, la seta, la ceramica, il legno, il vetro o un muro. Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, che li porti a uno stadio liquido, più fluido o più denso, e un collante, che permetta l'adesione duratura al supporto. Chi dipinge è detto pittore o pittrice. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte.

Specifica tecnica: Olio su Cartone

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