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Gerrit Van Honthorst Ambito di
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Gerrit Van Honthorst Ambito di

Gesù davanti a Caifa

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Gerrit Van Honthorst Ambito di

Gesù davanti a Caifa

Olio su tela. Il dipinto riprende l'opera del maestro olandese Gerrit Van Honthorst, realizzata nel 1617 e oggi conservata alla National Gallery di Londra. Olandese di nascita, van Honthorst giunse a Roma poco dopo la morte di Caravaggio, di cui assimilò lo stile, che gli valse il soprannome di “Gherardo delle Notti". A Roma l'artista fu ospitato dalla famiglia Giustiniani, che gli commissionò l'opera per la sua collezione privata, ove essa rimase sino al 1804. Portata dapprima a Parigi presso la collezione Bonaparte, dopo ulteriori passaggi di proprietà, giunse infine a Londra nel 1922. Il dipinto racconta l'episodio drammatico dell'incontro tra il sacerdote Caifa e Gesù, durante la sua Passione. Tutta la parte superiore è occupata dal buio: il vuoto, il nulla, fanno concentrare l'attenzione sui due protagonisti e sul dramma che si sta svolgendo. La scena è fortemente statica, quasi bloccata in un momento preciso, l'atto accusatorio del sacerdote nei confronti del Cristo, a sottolineare l'intensità del dramma interiore, profondamente doloroso. Nella scena, Caifa è a sinistra, seduto al tavolo su cui è posato il libro della Legge ebraica, e solleva il dito in tono accusatorio; Gesù è a destra, in piedi, le mani legate, in atteggiamento umile. Al centro una candela, unica fonte di luce, che fa da raccordo tra il volto di Caifa e quello di Gesù, che si incontrano in un gioco di sguardi lungo una linea diagonale, e di cui la luce artificiale sottolinea impietosamente il contrasto espressivo, grottesco e arrabbiato quello del sacerdote, sofferente, ma luminoso e composto quello del Cristo. Sullo sfondo, dietro i due protagonisti, sono presenti le figure di altri sommi sacerdoti. Sono solo ombre nel buio, attendono il giudizio e le loro facce sono avvolte nell'oscurità che aumenta la tensione. Ben si coglie, nel contrasto di luci e ombre, nell'intensità degli sguardi, l'impronta caravaggesca. La tela qui proposta, di dimensioni circa la metà dell'originale, ma fedele nei moduli stilistici e interpretativi, fu probabilmente commissionata in misure ridotta da chi aveva apprezzato l'originale a palazzo Giustiniani. Essa è stata restaurata e ritelata nel XIX secolo. Sul retro sono scritti alcuni nomi, indicazione di proprietà. Cornice in stile.

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Madonna con Bambino e Santi Dipinto del XVII secolo
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Madonna con Bambino e Santi Dipinto del XVII secolo

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Madonna con Bambino e Santi Dipinto del XVII secolo

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. La grande scena presenta al centro la Madonna seduta che propone il seno al Bambin Gesù, il quale invece si allunga a cercare di cogliere un frutto dal cesto che gli porge S.Giovannino, in piedi sotto di loro; all'intorno, cinque figure di Santi, riconoscibili dagli attributi iconografici. Da sinistra si hanno: S.Paolo, che impugna la spada, Sant' Anna, che veglia amorevolmente sulla figlia e il nipote, San Pietro con in mano le chiavi del Regno, San Giuseppe con il suo bastone e un attrezzo da falegname alla cintola, e infine, ultimo a destra, San Carlo Borromeo, la cui presenza nell'opera avalla la committenza lombarda. Il dipinto proviene peraltro da collezione privata di una famiglia lombarda, della quale fa parte sin dal XIX secolo. L'opera è ancora in prima tela e con telaio originale; presenta al retro alcuni piccoli rattoppi e segni di rattoppi pregressi. E' presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni
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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

Olio su tela. L'episodio biblico raffigurato si riferisce alla storia di Daniele, il profeta alla corte di re Dario il Medo che, per aver pregato il suo Dio, venne condannato ad essere gettato nella fossa dei leoni. Ma Dio salvò Daniele, mandando un angelo a chiudere le fauci delle belve, e il re graziò Daniele facendo invece condannare chi lo aveva denunciato. Il soggetto è stato più volte raffigurato nell'arte, per il fascino legato alla storia ma anche per il suo sapore esotico per la presenza delle belve; in particolare si ricorda la versione di Rubens del 1615, ove il profeta è raffigurato, nudo nella fossa sottoterra, mentre prega ardentemente, circondato da una folla di leoni feroci. L'opera qui presentata propone invece una versione centrata sul dialogo tra il profeta e l'angelo, che si fronteggiano spiccando con i colori vividi delle loro vesti sullo sfondo scuro di una prigione; c'è un solo leone, accucciato mansuetamente ai piedi dell'angelo, e prevale quindi la dimensione spirituale e salvifica dell'evento biblico. Secondo il famoso storico dell'arte Maurizio Marini specialista nella pittura di Caravaggio e dell'arte barocca, che aveva avuto anni fa l' occasione di visionare il dipinto, l'opera potrebbe essere attribuibile ad Antonio Maria Vassallo (1620 -1664) per le scelte compositive e cromatiche. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato con cornice listello.

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Dipinto con Due Sante
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ARARPI0222516
Dipinto con Due Sante

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Dipinto con Due Sante

Olio su tela. Il dipinto propone il ritratto di due sante, a mezzo busto: entrambe giovani e belle, quella di destra porta in capo la corona, ma no vi sono altri segni iconografici che ne consentono l'identificazione. Sopra di loro si libra, circonfusa di luce, la colomba simbolo dello Spirito santo, verso l quale è rivolto lo sguardo della regina, mentre l'altra donna tiene umilmente gli occhi bassi. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica.

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252,00€

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Dipinto Ritratto Femminile
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Dipinto Ritratto Femminile

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Dipinto Ritratto Femminile

Olio su tela. Scuola Nord- italiana del XVII secolo. Nel ritratto di questa donna non più giovane, vestita di un austero abito nero che si confonde nello sfondo, risaltano però i pizzi del collo e delle maniche bianchi e lo stomacher staccabile, ovvero la pettorina riccamente ricamata a simulare un gioiello, inventata alla fine del '600 per coprire le profonde scollature degli abiti femminili, a seguito dell'influenza moralizzatrice cattolica della corte di Francia; la donna esibisce poi un fine bracciale d'oro al polso. Restaurato e ritelato nel XIX secolo, il dipinto è presentato in cornice di fine '800-inizio '900.

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Dipinto con Scena di Episodio Storico
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Dipinto con Scena di Episodio Storico

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Dipinto con Scena di Episodio Storico

Olio su tela. Scuola dell'Italia meridionale del XVII-XVIII secolo. La scena , ricca di personaggi, vede ergersi al centro, ben definito nei particolari dell'armatura, del cimiero, così come dell'anatomia, la figura di un condottiero: egli sta benevolmente accompagnando con il moto delle braccia un uomo inginocchiato che, insieme alla compagna, sta rendendo omaggio ad un imperatore, indicando però con la mano tesa il gruppo di sei fanciulli, trattenuti sulla destra dai soldati. L'imperatore si è alzato dal trono, sulla sinistra, e si reca incontro alla coppia prostrata, ma anch'egli pare quasi in atteggiamento di riverenza verso il condottiero centrale. La scena pare rimandare ad un episodio storico di clemenza di un condottiero, che per età, fattezze e tipologia di armatura, potrebbe essere Alessandro Magno, personaggio che risulta però difficilmente abbinabile all' altra figura coronata da alloro, che scende dal trono nella fastosa reggia. Non si può quindi identificare specificamente l 'episodio (storico o leggenda?) di riferimento. Si apprezza peraltro la ricchezza compositiva della scena, con numerose figure ben dettagliate e colori vivaci a sottolinearne la dinamicità. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice antica.

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Dipinto con Busto femminile con Ghirlanda di Fiori
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Dipinto con Busto femminile con Ghirlanda di Fiori

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Dipinto con Busto femminile con Ghirlanda di Fiori

Olio su tela. Scuola centro-italiana di fine '600-inizio '700. La composizione propone al centro un busto femminile, ritratto come se fosse un'effigie scultorea, per la monocromia che evoca il marmo; essa è contornata da una ghirlanda di fiori variopinti, che si allungano da rami contorti in alto, mentre sullo sfondo sfuma un paesaggio. Tale tipo di ritratto proveniva da una soluzione nata in ambiente fiammingo e diffusa in Italia da Daniel Seghers. Restaurato e ritelato, il dipinto presenta lievi cadute di colore. E' presentato in cornice antica.

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Dipinto con Scena di Genere
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Dipinto con Scena di Genere

Il ritorno dalla Caccia

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Dipinto con Scena di Genere

Il ritorno dalla Caccia

Olio su tela applicata a tavola. Scuola nord-europea del XVII-XVIII secolo. Al retro è presente antica attribuzione a Peter Wouwerman (1623 -1682), giustificata dalla vicinanza ai modi pittorici dell'artista fiammingo, molto attento alla resa dei particolari minuti. In questo quadretto è raffigurato il ritorno dalla caccia di un signorotto al suo palazzetto sul lato sinistro: mentre i cavalli vengono portati al riposo e i cani si abbeverano alla fontana, un servo aiuta il padrone a togliere gli alti stivali, mentre le donne escono di casa per accogliere i cacciatori. Il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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460,00€

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena è ambientata sulle rive di un fiume ma in un paesaggio non orientale, con strutture architettoniche sulla destra: numerose le figure , raffiguranti il seguito della principessa, collocata al centro insieme al bimbo nella cesta. La tela restaurata, è stata applicata su telaio moderno. E' presentata in cronice del XIX secolo.

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465,00€

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Ritratto di Giovane Donna 1666
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Ritratto di Giovane Donna 1666

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Ritratto di Giovane Donna 1666

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. Una giovane fanciulla sorridente è ritratta in un elegante abito nero, impreziosito dal pizzo sullo scollo e dal gioco di pizzi e nastri rossi e verdi sulle maniche, che fanno pendant con la sottoveste rossa ricamata; indossa i suoi gioielli al collo, ai polsi, alle orecchie, nell'acconciatura dei capelli, ove l'austerità delle perle è alleggerita dai nastri colorati; tiene in mano un mazzolino di fiorellini, che sottolinea la sua leggiadria e la sua grazia. Restaurato e ritelato, sulla seconda tela è riportata scritta, probabilmente copia dell'originale sulla prima tela, che indica chi è la giovane:" Margh.a D. Gridonia Gonz. Agnella - Soada Maffei - D'etta Anni XVIII", seguito da uno stemma con le iniziali C F.A.S. Tale scritta, oltre a definirne il nome l'età, evidenzia l'appartenenza della giovane donna al Collegio delle Vergini di Gesù di Castiglione delle Stiviere, fondato nel 1608 dalla marchesa Guidonia Gonzaga insieme alle due sorelle Cinzia ed Olimpia, tutte nipoti di San Luigi Gonzaga. Tale collegio aveva lo scopo di impartire un'educazione a giovani nobili o provenienti da buona famiglia, le quali, con la dote donata al collegio, contribuivano al sostentamento dello stesso. Il ritratto presenta piccoli difetti. E' presentato in cornice antica non coeva, con piccole mancanze.

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Paesaggio con Figure e Rovine
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Paesaggio con Figure e Rovine

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Paesaggio con Figure e Rovine

Olio su tela. Scuola francese del XVII-XVIII secolo. La scena in esterno, è divisa in due parti fortemente contrastanti: a sinistra, sullo sfondo buio e cupo di una parete rocciosa, vi son alcune rovine antiche, basamenti e frammenti di colonne con statue danneggiate cadute; sulla destra invece, sullo sfondo di un cielo azzurro e bigio per le nuvole, il paesaggio montuoso si apre su un sentiero, da cui spuntano alcune figure, una vivace donna che reca la cesta della biancheria e tiene per mano un bambino, un viandante con il suo fagotto di spalle. Pare una metafora tra il passato, ormai morto e buio, e il presente, vivo e vivace. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto con Crocifissione Madonna e San Giovanni
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Dipinto con Crocifissione Madonna e San Giovanni

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Dipinto con Crocifissione Madonna e San Giovanni

Olio su tela. E' una tradizionale raffigurazione dell'evento della morte di Gesù in Croce, con la madre Maria e il discepolo prediletto ai piedi della Croce, in contemplazione del Cristo morente; sullo sfondo la città di Gerusalemme. Molto essenziale nella raffigurazione, e statica nelle posizioni delle figure evangeliche, la scena sottolinea il dramma con uno sfondo cupo, anche se una luce si apre in alto, sopra il Cristo, ad annunziare la partecipazione divina all'evento. Il dipinto già ritelato, presenta qualche piccola cadute di colore.

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290,00€

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S. Paolo Eremita e S. Antonio Abate
SELECTED
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S. Paolo Eremita e S. Antonio Abate

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S. Paolo Eremita e S. Antonio Abate

Olio su tela. Scuola lombarda. Il dipinto raffigura in primo piano sulla sinistra, all'ombra di alberi frondosi, i due santi seduti sopra dei massi, che dividono un pane; S. Paolo rivestito tradizionalmente di pelli d'animale, S. Antonio abate con l'abito dell'ordine e in mano il libro di preghiere. I due santi sono stati spesso raffigurati insieme perchè presentano molti tratti in comune: entrambi vissuti nel terzo secolo, entrambi egiziani, giovanissimi lasciarono tutte le loro proprietà per dedicarsi ad una vita di completa solitudine, vivendo in preghiera e povertà. Sant'Antonio Abate è stato uno dei più famosi eremiti nella storia della Chiesa. Anche San Paolo l'Eremita visse tutta la sua vita nel deserto in completa solitudine, secondo la narrazione agiografica nutrito solo dal pane che un corvo regolarmente gli portava. All'avvicinarsi della sua morte fu visitato da Sant'Antonio Abate, con il quale appunto condivise questo pane. In questa raffigurazione, il contesto paesaggistico non rimanda alle terre desertiche dell'Egitto, ma sono collocati piuttosto in un paesaggio nordico, alpino. Sulla destra un paesaggio eremitico, seppur verdeggiante e con un piccolo corso d'acqua in basso a destra. Il dipinto, già restaurato e ritelato, presenta una crettatura molto evidente. E' presentato in cornice in stile.

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Crocifissione con Santi Dipinto ottagonale del XVII secolo
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Crocifissione con Santi Dipinto ottagonale del XVII secolo

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Crocifissione con Santi Dipinto ottagonale del XVII secolo

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. In prima tela e montato su telaio originale. Il dipinto, in particolare forma ottagonale, facente parte probabilmente di una serie di scene sacre, propone la contemplazione mistica del Crocifisso da parte di due santi. La Croce, collocata su un altare marmoreo, è montata su una base in bronzo riccamente lavorata, con al centro la statua di San Sebastiano trafitto dalle frecce e ai lati due angioletti, recanti la palma del martirio e altre frecce. Ai lati della Croce, sospesi su due nuvolette, perchè parte della visione mistica, le figure di Maria e Giovanni, secondo quanto narrato dal Vangelo. Ai lati i due santi che contemplano: a sinistra Sant'Ambrogio, riconoscibile dagli abiti vescovili ma soprattutto dal flagello ai sui piedi, un suo attributo inconfondibile, che egli, secondo la tradizione, agitava minaccioso contro i nemici della fede, per difendere da qualsiasi attacco quel popolo che gli fu affidato. A destra vi è San Francesco Saverio, il giovane gesuita che condivise con Ignazio di Loyola la fondazione della Compagnia di Gesù e fu missionario in oriente, che è vestito con l'abito sacerdotale, il cappello e la pellegrina; ai suoi piedi si intravvede un bastone, presumibilmente quello del pellegrino. Il dipinto necessita di pulizia e di restauro per alcuni piccoli tagli.

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315,00€

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Adorazione del Bambin Gesù
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Adorazione del Bambin Gesù

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Adorazione del Bambin Gesù

Olio su tela. Scuola del Nord-Italia. La raffigurazione della Natività è qui vista come momento contemplativo del Sacro Bambino, da parte di Maria e Giuseppe, accompagnati da angioletti. I modi pittorici riprendono quelli di modelli ampiamente replicati, a partire da Correggio, da Barocci, per arrivare alle numerose versioni di Gherardo delle notti, ovvero il pittore fiammingo Gerard Von Honthorst, rappresentante dl tenebrismo, corrente pittorica che giocava sui forti contrasti di buio e luce, di chiaro e scuro. Anche in quest'opera la luce irradiata dal Bambin Gesù illumina le figure intorno a Lui e le fa emergere dal buio circostante. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice del XIX secolo.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche
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ARARPI0150725
Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a due grosse zucche e a frutta mista (uva e pesche): con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Compianto su Cristo morto
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ARARPI0160106
Compianto su Cristo morto

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Compianto su Cristo morto

Olio su ardesia. Dipinta su una spessa lastra di ardesia, la scena presenta il drammatico momento in cui Maria, circondata da un gruppo di pie donne, piange sul corpo del Figlio deposto dalla Croce: si abbandona drammaticamente tra le braccia delle due donne dietro di lei, mentre al suo grembo è appoggiato il corpo inerte del Figlio, sulla cui mano piange una terza donna; in alto, un gruppo di angeli che si affacciano dai cieli aperti, da cui scaturisce la Luce divina, partecipano del compianto. Maria è l'unica figura che indossa abiti dai colori vivaci, che contrastano con il colorito cereo del corpo del Cristo appoggiato al suo grembo, mentre le altre donne vestono abiti dai colori spenti, così come neutri sono i corpi degli angioletti. Le figure sono collocate su uno sfondo scuro, nel quale appena si intravvede l'apertura del sepolcro: l'effetto cromatico è reso grazie anche alla base pittorica utilizzata, l'ardesia, pietra conosciuta anche con il nome di “lavagna”, in quanto le più importanti cave di ardesia si trovano nei pressi della cittadina di Lavagna in Liguria. La modalità pittorica richiama le opere di Pietro Mera detto il Fiammingo, pittore originario di Bruxelles vissuto a cavallo del XVI- XVII secolo: attivo per lungo tempo a Venezia, lavorando dal 1570 al 1603 al servizio del cardinal d'Este, Mera fece ampio uso dell'ardesia quale supporto pittorico per alcune sue opere. Il materiale dal caratteristico colore scuro permetteva all'artista di creare intensi contrasti luministici e di dare risalto alle figure, raffigurate con una gamma cromatica accesa ed illuminate da brillanti tocchi di luce. In buone condizioni, il dipinto è presentato in cornice antica.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
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ARARPI0222522
Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena, ambientata lungo il fiume, è interamente occupata dalle figure femminili del seguito principesco, ammassate e proiettate verso l'angolo in basso a destra ove è collocato il cesto con il neonato. Anche tutti gli sguardi sono rivolti verso il bambino, nella direzione indicata dal braccio proteso della donna in primo piano a destra. Spiccano le rotondità delle forme femminili, soprattutto delle tre figure in primo piano, ove giochi di luci e ombre fanno risaltare gli incarnati che emergono dalle vesti. Restaurato e ritelato, ildipinto è presentato in cornice.

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715,00€

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Dipinto con Scena Mitologica
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ARARPI0183429
Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

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Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

Olio su tela. Scuola nord -Italia del XVII secolo. La scena si rifà, con alcune variazioni ma molto vicina nelle dimensioni, ad una parte del grande affresco intitolato "Banchetto degli dei" nella Camera di Cupido ( o Camera di Amore e Psiche) di Palazzo Té a Mantova, grande raffigurazione di oltre nove metri realizzata da Giulio Romano con la sua bottega nel XVI secolo. La scena proposta (che a Mantova è collocata sulla destra del grande banchetto), vede Amore e Psiche sdraiati su un triclinio, mentre una piccola figura alata li incorona d'alloro e due ninfe lavano la mano di Amore; sullo sfondo a destra un gruppo di satiri sta sacrificando una capra all'ara di una divinità, mentre al centro, in lontananza, una città brucia. Il banchetto degli dei è il momento conclusivo del mito dei due innamorati, che, dopo molte prove e peripezie, ottengono il permesso di Venere per sposarsi. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice antica.

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Dipinto attribuito a Thomas Heeremans
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ARARPI0184962
Dipinto attribuito a Thomas Heeremans

Paesaggio Invernale con Figure sul Ghiaccio

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Dipinto attribuito a Thomas Heeremans

Paesaggio Invernale con Figure sul Ghiaccio

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVII-XVIII secolo. Sulla cornice presente etichetta attributiva a Thomas Heeremans (con data però non corretta). La grande scena propone un paesaggio invernale consono al territorio olandese, in quanto caratterizzato da un canale ghiacciato, in prossimità di un villaggio, popolato da numerose figure di pattinatori, intente alle attività quotidiane: la slitta trainata dal cavallo per il trasporto delle persone, l'uomo che spinge la "carriola" piena di legna, il bambino che si spinge nella sua cassettina; sull'argine lungo il canale transitano altre figure. Su tutto incombe il cielo bigio e freddo di una giornata invernale. Il soggetto fu quello ricorrente della produzione del pittore olandese Thomas Heeremans, che dipinse prevalentemente paesaggi invernali della sua terra, replicandoli più volte per il successo ottenuto, e inducendo numerosi altri artisti ad imitarlo; si pensa quindi che quest'opera sia riconducibile a imitatore dell'Heeremans, piuttosto che a lui direttamente. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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