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Statua di Fauno in Marmo
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Statua di Fauno in Marmo

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Statua di Fauno in Marmo

Fauno-demone. Figura femminile con gambe caprine. Pelle d'animale sulle spalle. Volto demoniaco. Tiene in mano tartaruga.

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Credenza Barocco Bolognese
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ANMOCR0107517
Credenza Barocco Bolognese

XVII Secolo - dal 1601 al 1700

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Credenza Barocco Bolognese

XVII Secolo - dal 1601 al 1700

Credenza barocco bolognese sorretta da piedini a mensola (rifatti nella parte frontale), sul fronte presenta due ante sormontate da cinque cassetti posti nella fascia sottopiano e alternati a mensoline mosse; ornata da formelle intagliate, mentre la fascia sottopiano è dentellata. In noce, i fianchi sono in olmo, piano in pero; interni in abete e pioppo.

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Allegoria dell'Amore
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ARARPI0097148
Allegoria dell'Amore

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Allegoria dell'Amore

Olio su tela. Scuola nord-europea. Si tratta di una divertente scena allegorica dell'amore profano, che vuole dimostrare come tutte le persone, di qualunque ceto sociale e di tutte le età, possono cadere nella trappola dell'innamoramento. Lo sfondo della tela è occupato da una enorme nassa, la rete a canestro usata in alcuni tipi di pesca, sopra l'imbocco della quale siede un putto violinista, intento a suonare; la nassa è affollata di coppie, mentre una sfilata di altre cammina davanti ad essa per raggiungerne l'entrata. Tra di esse vi sono coppie di anziani e di giovani, coppie di ricchi e di poveri, nobili, borghesi e proletari: tutti hanno espressioni liete e leggere, si lanciano sguardi innamorati o guardano benevolmente alla felicità degli altri. All''interno della nassa è presente addirittura una coppia di reali, che corrispondono per fattezze e abbigliamento all'elettore palatino della Renania, Giovanni Guglielmo del Palatinato-Neuburg e alla seconda moglie Anna Maria Luisa de'Medici. Al retro del dipinto è presente un'etichetta che riporta una storica attribuzione a Jan Frans Douven (1656-1727): l'artista olandese che dal 1682 si trasferì a Düsseldorf come pittore ufficiale alla corte dell'elettore palatino della Renania, realizzando soprattutto scene della vita quotidiana del principe e della sua seconda moglie. L'etichetta confermerebbe quindi l'ambito di attribuzione ad artista del XVII-XVIII secolo del nord-Europa. Il dipinto proviene da collezione storica milanese. Presenta tracce di restauri e un rattoppo. In cornice in stile.

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Maddalena Penitente
ARARPI0128702
Maddalena Penitente

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Maddalena Penitente

Olio su rame. La Maddalena, avvolta nei suoi lunghi capelli con i quali copre la sua nudità, volge gli occhi al cielo ove si affacciano angeli. Intorno a lei un paesaggio brullo. Il dipinto è presentato in cornice del '900.

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225,00€

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Grande dipinto attribuito a Tiburzio Passerotti ( 1553 -1612)
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ARARPI0152909
Grande dipinto attribuito a Tiburzio Passerotti ( 1553 -1612)

Madonna con Bambino il Padre Angeli e Santi

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Grande dipinto attribuito a Tiburzio Passerotti ( 1553 -1612)

Madonna con Bambino il Padre Angeli e Santi

Olio su tela. Corredata di scheda attributiva ad opera del dottor Franco Moro. La tela rientra in un'ampia produzione sacra, che esaltava la gloria di Maria e dei santi vicini alla committenza. Al centro Maria siede su un trono con il Figlioletto in braccio, mentre in alto, dai cieli aperti, guarda a Lei benedicente il Padreterno, con il globo terrestre tra le mani, simbolo del suo potere sul mondo; Egli è affiancato da due angeli. Ai lati del trono stanno in piedi due Santi: a sinistra, San Domenico di Guzman, vestito dell'abito da domenicano e che regge tra le mani un giglio e un libro; sulla destra, nel suo caratteristico saio, San Francesco d'Assisi, che regge la croce a forma di Tau e un libro, e sulle cui mani si vedono i segni delle stimmate. Tutta la scena è caratterizzata dalla staticità delle figure tipica ancora del periodo rinascimentale, da colori vivi e da tratti dei visi composti e delicati. Peraltro alcuni tratti, eccentriche rispetto al comune atteggiamento neo raffaellesco del periodo, orientano verso l'ambito bolognese, nel quale si ritrovano in paticolare Bartolomeo e Tiburzio Passerotti. Rimandano in particolare a quest'ultimo alcuni aspetti stravaganti che scorrono in ogni dettaglio della tela: la corrispondenza coloristica di tinte vive e squillanti, gli allungamenti schematici degli arti inferiori, accentuati dal marcato segno di nero che caratterizza i contorni delle ciglia e delle sopracciglia, fino alla suadente forma della bocca. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica.

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Coppia di Poltrone a Cartella
ANSESE0142477
Coppia di Poltrone a Cartella

Fine XVII Secolo

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Coppia di Poltrone a Cartella

Fine XVII Secolo

Coppia di poltrone a cartella in noce, intagliate con caratteristici motivi a volute e mascheroni, terminali dello schienale intagliati con due erme femminili.

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450,00€

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Paesaggio Nord-Europeo
ARTPIT0001363
Paesaggio Nord-Europeo

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Paesaggio Nord-Europeo

Inchiostro e acquarello su carta. Scuola fiamminga. Al retro etichetta di provenienza da importante collezione privata. Il disegno, abbozzato, propone la veduta di un'ampia vallata dal sentiero sulla collina che entra in un folto d'alberi. Presentato in cornice in stile.

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245,00€

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S. Paolo Eremita e S. Antonio Abate
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S. Paolo Eremita e S. Antonio Abate

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S. Paolo Eremita e S. Antonio Abate

Olio su tela. Scuola lombarda. Il dipinto raffigura in primo piano sulla sinistra, all'ombra di alberi frondosi, i due santi seduti sopra dei massi, che dividono un pane; S. Paolo rivestito tradizionalmente di pelli d'animale, S. Antonio abate con l'abito dell'ordine e in mano il libro di preghiere. I due santi sono stati spesso raffigurati insieme perchè presentano molti tratti in comune: entrambi vissuti nel terzo secolo, entrambi egiziani, giovanissimi lasciarono tutte le loro proprietà per dedicarsi ad una vita di completa solitudine, vivendo in preghiera e povertà. Sant'Antonio Abate è stato uno dei più famosi eremiti nella storia della Chiesa. Anche San Paolo l'Eremita visse tutta la sua vita nel deserto in completa solitudine, secondo la narrazione agiografica nutrito solo dal pane che un corvo regolarmente gli portava. All'avvicinarsi della sua morte fu visitato da Sant'Antonio Abate, con il quale appunto condivise questo pane. In questa raffigurazione, il contesto paesaggistico non rimanda alle terre desertiche dell'Egitto, ma sono collocati piuttosto in un paesaggio nordico, alpino. Sulla destra un paesaggio eremitico, seppur verdeggiante e con un piccolo corso d'acqua in basso a destra. Il dipinto, già restaurato e ritelato, presenta una crettatura molto evidente. E' presentato in cornice in stile.

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Consolle di Forma Semicircolare
ANTACO0186122
Consolle di Forma Semicircolare

Centro Italia, fine XVII, inizio XVIII secolo

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Consolle di Forma Semicircolare

Centro Italia, fine XVII, inizio XVIII secolo

Consolle di forma semicircolare in noce. Filettature in acero sul piano, sottopiano con cornice con motivo a dentello. Gambe tornite e intagliate con foglie di acanto e dado sottopiano raccordate da traverse.

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363,00€

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Louis Dorigny attribuibile a
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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche
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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a due grosse zucche ea frutta mista (uva e pesche): con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Canterano Barocco Lombardo
ANMOCA0148092
Canterano Barocco Lombardo

Italia Inizio XVIII Secolo

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Canterano Barocco Lombardo

Italia Inizio XVIII Secolo

Canterano barocco lombardo in noce, inizio XVIII secolo tipico dell'area comasca. Fronte a 4 cassetti con formelle intagliate racchiuse entro cornici, montanti a 45° intagliati terminanti con piedi intagliati a ricciolo. Interni in abete. Modanatura piano sostituita.

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400,00€

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Canterano Barocco in Noce
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Canterano Barocco in Noce

Italia Centrale Inizio XVIII Secolo

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Canterano Barocco in Noce

Italia Centrale Inizio XVIII Secolo

Canterano barocco in noce, Italia centrale inizio XVIII secolo. Fronte a 4 cassetti impiallacciato in radica di noce, lati pannellati, maniglie in bronzo e piedi a mensola. Interni in abete. Maniglie sostituite.

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488,00€

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Adorazione dei Magi
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Adorazione dei Magi

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Adorazione dei Magi

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. La scena propria dell'iconografia tradizionale cristiana, risulta molto vivace e movimentata, molto ricca di figure, di particolari e di colori: al centro le tre figure dei Magi, che omaggiano il Bambin Gesù, spostato a sinistra con la Sacra Famiglia , mentre a destra vi è tutto il ricco seguito dei tre re, con i doni. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile, con mancanze.

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Dispensa Barocco
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ANMOAR0159189
Dispensa Barocco

Italia Centrale Fine XVII Secolo

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Dispensa Barocco

Italia Centrale Fine XVII Secolo

Dispensa barocco in noce, Italia centrale fine XVII secolo. Fronte dotato di coppia di ante pannellate, montanti decorati da cornici, lati pannellati, piedi a mensola. Rastrelliera aggiunta successivamente.

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Gruppo di Poltrone a Rocchetto Barocco
ANSESE0159182
Gruppo di Poltrone a Rocchetto Barocco

Italia Inizio XVIII Secolo

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Gruppo di Poltrone a Rocchetto Barocco

Italia Inizio XVIII Secolo

Gruppo di 4 poltrone a rocchetto barocco in noce, Italia inizio XVIII secolo. Schienale e seduta imbottiti. Restauri.

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575,00€

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Antonio Francesco Peruzzini attribuibile a
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Antonio Francesco Peruzzini attribuibile a

Paesaggio con Figure al Fiume

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Antonio Francesco Peruzzini attribuibile a

Paesaggio con Figure al Fiume

Olio su tela. L'ampio paesaggio è centrato sul fiume che scorre nella valle ricca di vegetazione. Lungo il suo corso, in primo piano, alcune donne stanno lavando i panni. I tratti pittorici, veloci e poco aggregati, rimandano alla produzione di Antonio Francesco Peruzzini, appartenente a famiglia di pittori originaria di Pesaro, comprendente il padre Domenico e i figli Giovanni, Antonio Francesco e Paolo, attivi in ambito marchigiano e in città italiane come Roma, Bologna, Torino e Milano, durante il XVII secolo e il primo quarto del XVIII. La produzione di Antonio Francesco è spesso associata a quella del fratello Giovanni, avendo i due lavorato insieme. Antonio Francesco si specializzò nella pittura di paesaggio, subendo l'influenza di Salvator Rosa e di paesaggisti come Pietro Montanini e Pandolfo Reschi, e ulteriori influssi gli vennero anche da pittori nordici attivi in Italia, soprattutto da Pieter Mulier detto il Tempesta. Nelle sue prime opere si distingue già l'originalità della sua pittura data una stesura rapida e da un timbro cromatico intenso e brillante. Dal principio degli anni Novanta iniziò il lungo legame artistico di Antonio Francesco Peruzzini con Alessandro Magnasco, in seguito al loro incontro avvenuto a Milano, ove il Peruzzini si era stabilito; da questo periodo in poi la sua pittura sembra sfaldarsi, attraverso forme che si fanno più dinamiche e leggere, quasi fantastiche, per approdare infine ad uno stile improntato ad una sempre maggiore disgregazione delle forme della natura ed al loro movimento. Restaurata e ritelata, l'opera è presentata in cornice primi '900.

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Coppia di Dipinti di Paesaggio con Figure
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ARARPI0195812
Coppia di Dipinti di Paesaggio con Figure

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Coppia di Dipinti di Paesaggio con Figure

Olio su tela. Scuola romana del XVII secolo. I due paesaggi rimandano alla pittura romana del XVII per l'impostazione e lo stile pittorico: gli spazi ampi e dilatati, inquadrano in primo piano scorci di campagna bucolica, con corsi d'acqua ruscellanti, animati e popolati da figurine, e con strutture architettoniche alle spalle, in uno dei due quadri in particolare caratterizzate da una cupola barocca svettante sulle case; infine di sfondo e contorno, la natura che da spaziose vallate va a perdersi in pendii collinari in uno dei due, ma soprattutto in cime montuose sfumate nell' azzurro a confondersi con il cielo sovrastante. Spiccano i contrasti cromatici tra le tinte terrose utilizzate per la vegetazione e per le parti rocciose e le cromie più fredde dell'ampio squarcio di cielo che apre il paesaggio verso il profondo orizzonte. Restaurati e ritelati, i due dipinti sono presentati in cornici in stile.

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700,00€

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Dipinto Gesù e la Maddalena
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ARARPI0194234
Dipinto Gesù e la Maddalena

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Dipinto Gesù e la Maddalena

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. La scena raffigura Gesù, appena risorto, che appare alla Maddalena, venuta a ungerne il corpo al sepolcro. Gesù impugna in una mano la vanga, perchè viene scambiato inizialmente per un giardiniere dalla donna; tra le due figure, per terra, il ricco vasetto di alabastro contenete gli unguenti per al sepoltura. Tale scena viene anche intitolata "Noli me tangere" dalla frase che, secondo la traduzione della Vulgata del Vangelo di Giovanni, Gesù disse alla Maddalena, quando si fece riconoscere: il significato sarebbe non tanto "Non mi toccare", ma piuttosto "Non mi trattenere". Il dipinto richiama nella costruzione della scena e nei colori dei personaggi, l'omonima opera di Pietro da Cortona (1596 -1669), seppur con diverse differenze. Il soggetto fu peraltro ampiamente riprodotto in pittura e ispirò molti pittori. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Ritratto di Giovane Donna 1666
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Ritratto di Giovane Donna 1666

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Ritratto di Giovane Donna 1666

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. Una giovane fanciulla sorridente è ritratta in un elegante abito nero, impreziosito dal pizzo sullo scollo e dal gioco di pizzi e nastri rossi e verdi sulle maniche, che fanno pendant con la sottoveste rossa ricamata; indossa i suoi gioielli al collo, ai polsi, alle orecchie, nell'acconciatura dei capelli, ove l'austerità delle perle è alleggerita dai nastri colorati; tiene in mano un mazzolino di fiorellini, che sottolinea la sua leggiadria e la sua grazia. Restaurato e ritelato, sulla seconda tela è riportata scritta, probabilmente copia dell'originale sulla prima tela, che indica chi è la giovane:" Margh.a D. Gridonia Gonz. Agnella - Soada Maffei - D'etta Anni XVIII", seguito da uno stemma con le iniziali C F.A.S. Tale scritta, oltre a definirne il nome l'età, evidenzia l'appartenenza della giovane donna al Collegio delle Vergini di Gesù di Castiglione delle Stiviere, fondato nel 1608 dalla marchesa Guidonia Gonzaga insieme alle due sorelle Cinzia ed Olimpia, tutte nipoti di San Luigi Gonzaga. Tale collegio aveva lo scopo di impartire un'educazione a giovani nobili o provenienti da buona famiglia, le quali, con la dote donata al collegio, contribuivano al sostentamento dello stesso. Il ritratto presenta piccoli difetti. E' presentato in cornice antica non coeva, con piccole mancanze.

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