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Maurice Henry
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Maurice Henry

Le Prophète 1927

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Maurice Henry

Le Prophète 1927

Inchiostro su carta. Firma, data e titolo in basso. Accompagnato da autentica su foto della Galleria Giò Marconi di Milano e timbro di archivio privato. Si tratta di disegno del giovane artista che diverrò presto uno dei più importanti esponenti del surrealismo mondiale, che fu poeta e pittore, ma anche cineasta, critico d'arte e cinematografico, fotografo e disegnatore umoristico. Nato nel nord della Francia, nel 1927 si stabilisce a Parigi, dove entra in contatto con un gruppo di giovani poeti e filosofi, con cui fonda il movimento ''Grand Jeu'': il gioco è inteso come arte di vivere. Dal 1928 collabora con testi, poemi e disegni alla rivista del movimento e intanto collabora come redattore e reporter con diverse testate parigine, Nel 1932, esauritasi l'esperienza del ''Grand Jeu'', passa al movimento surrealista, collaborando alle sue pubblicazioni e partecipando alle sue mostre. Il suo umorismo vira verso l'insolito e la crudeltà, sempre più derisorio dell'assurdità del quotidiano, del lato tragico dell'esistenza comune, a cui spirito e inconscio si ribellano, tentando di accedere all'inosservabile. Conosce Salvador Dalí. Nel 1939 inizia anche l'attività di cineasta, Nel 1941 ha luogo la sua prima mostra personale a Parigi: il primo acquirente è Pablo Picasso. Partecipa a tutte le mostre surrealiste, tra cui quella internazionale del 1947 a Parigi. Nel 1951, per questioni relative alla disciplina interna al gruppo, abbandona con altri il movimento surrealista, pur continuando a praticarne la poetica. Nel 1955 si appassiona anche alla fotografia. Dal 1968 si dedica quasi esclusivamente alla pittura, abbandonando l'attività di disegnatore umoristico. Nello stesso anno si stabilisce definitivamente a Milano: in Italia espone in diverse mostre personali , quelle di Milano presso la Galleria Marconi. L'opera qui presentata, un disegno giovanile, proviene da importante collezione privata milanese. E' presentato in cornice.

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Dipinto Ritratto Femminile di Ezio Pastorio
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Dipinto Ritratto Femminile di Ezio Pastorio

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Dipinto Ritratto Femminile di Ezio Pastorio

Tecnica mista su carta. Firmato in basso a destra. Ezio Pastorio, cremonese di origine ma dopo gli studi trapiantato in Valseriana, è considerato "un grande maestro del '900 italiano, che ha saputo rinnovare il linguaggio artistico del paesaggio pur mantenendo un forte legame con la pittura dell'800". La sua produzione è di stampo post-impressionista, soprattutto nell'ampia produzione paesaggistica che raffigura la pianura padana e bergamasca, la laguna veneziana e alcuni scorci parigini, ammirati durante alcuni viaggi. Nelle sue opere Pastorio realizza atmosfere suggestive utilizzando gamme infinite di colori, che si armonizzano e a volte anche si contrastano, ma sempre presentati come una trasparenza che annulla la staticità della rappresentazione e con una delicatezza che esprime la sua devota religiosità nei confronti della natura e del creato. Meno frequente nella sua produzione la ritrattistica, che esprime comunque la sua capacità di utilizzo del colore come delicata trasparenza, che fa risaltare anche nei volti gli effetti di luci e ombre generati dalle espressioni umane. L'opera è presentata in cornice.

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Placca novecentista con Figura a Bassorilievo
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Placca novecentista con Figura a Bassorilievo

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Placca novecentista con Figura a Bassorilievo

Placca in bronzo con figura a bassorilievo. E' raffigurata la figura di un uomo nudo, che impugna una freccia puntandola al centro di un bersaglio: è evidente il simbolismo, ovvero l' esaltazione della determinazione dell'uomo che deve andare dritto al bersaglio; tale significato è ben consono al periodo fascista a cui risale placca, così come il rimando al classicismo. La placca è inserita e presentata in una cornice in legno coeva.

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Dipinto di Cesare Maggi
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Dipinto di Cesare Maggi

Paesaggio con Scorcio Fluviale 1906

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Dipinto di Cesare Maggi

Paesaggio con Scorcio Fluviale 1906

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. L'artista di origine romana Cesare Maggi si affermò come paesaggista di stampo divisionista, ritraendo paesaggi alpini engadinesi e valdostani, spesso vivacizzati dall'inserimento di figure e animali. Diventato amico del pittore Giacomo Grosso a Torino nel 1901, si orientò poi con successo verso il genere del ritratto, accantonando la tecnica divisionista. Pur prediligendo ancora le vedute d'alta montagna, ampliò i propri soggetti impegnandosi anche nelle marine e nelle nature morte. In quest'opera, ancora del primo periodo, il Maggi ritrae uno scorcio di campagna attraversata da un calmo fiume, costeggiato da filari d'alberi spogli e da piccoli rilievi erbosi, dietro cui si affacciano i casolari: già non più legata alle dalle tecniche divisioniste, l'opera è caratterizzata piuttosto da impasti di colore densi e opachi, in cui si vanno a sovrapporre la terra, l'acqua i casolari in un continuum rotto solo dalla fascia del cielo sovrastante. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Francesco Mazzucchi
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Dipinto di Francesco Mazzucchi

Madonna con Bambino

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Dipinto di Francesco Mazzucchi

Madonna con Bambino

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Francesco Mazzucchi, artista originario del pavese e attivo in Lombardia, si dedicò prevalentemente all'arte sacra, lasciando sue opere in alcune chiese del Vigevanese. E' qui proposta questa delicata e tenera raffigurazione della Madonna con Bambino, nei colori e nella scena, che vede madre e figlio in un momento di intimità domestica, intenti a giocare con i colombi nel giardino. In cornice.

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Paesaggio firmato Zocchi
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Paesaggio firmato Zocchi

Paesaggio con Covone

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Paesaggio firmato Zocchi

Paesaggio con Covone

Olio su tavola. Firmato G. Zocchi in basso a destra. Si tratta probabilmente di opera tarda del pittore fiorentino Guglielmo Zocchi, più noto per le vivaci scene di genere di ambientazione greco-romana, che gli valsero grande successo soprattutto all'estero. Rara la produzione paesaggistica. Il dipinto è presentato in cornice coeva con mancanze.

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Dipinto di Henry Coleman
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Dipinto di Henry Coleman

Incendio nella Campagna 1907

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Dipinto di Henry Coleman

Incendio nella Campagna 1907

Acquarello su carta. In basso a destra presente la firma , la data e la localizzazione Roma. L'artista romano, figlio di un pittore inglese, fu soprattutto un paesaggista della campagna romana, che dipinse prevalentemente ad acquarello. L'opera è presentata in cornice lignea coeva, con decori a festoni.

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Dipinto di Ottavio Steffenini
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Dipinto di Ottavio Steffenini

Il Suonatore di Organetto

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Dipinto di Ottavio Steffenini

Il Suonatore di Organetto

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Traccia di una data, non leggibile. L'artista cuneese Ottavio Steffanini ebbe una vita in continuo movimento, divisa fra l'Italia, l'Europa, l'America (in particolare il Venezuela). Artista inquieto e imprevedibile, concentrò la sua pittura soprattutto sulle figure femminili, ritratte con placida sensualità ed un'opulenza influenzata dai maestri spagnoli con cui studiò. Ma nella sua produzione non mancano altri soggetti, accomunati da una incessante esaltazione della vita, della natura. Qui è proposta invece una figura maschile, un ritratto a mezzo busto di un suonatore di organetto, dignitoso e fiero nella posa e nello sguardo. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Primo Carena
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Dipinto di Primo Carena

L'ora delle Messi, 1974

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Dipinto di Primo Carena

L'ora delle Messi, 1974

Olio su tela. Firmato e datato in basso a sinistra. Il dipinto, proveniente da collezione privata pavese, è pubblicato a pagina 74 della monografia di Simona Morani dedicata all'artista Primo Carena (edizioni Bolis), con la presentazione firmata dalla critica dell'arte Rossana Bossaglia. Il paesaggio collinare, ben esprime il sommesso intimismo associato al rigoroso realismo che caratterizzano la produzione pittorica del pittore pavese. Nei suoi paesaggi il Carena tende "a cogliere la realtà atmosferica dei luoghi senza indulgere a descrittivismi.... ma costantemente sorretto da una vena lirica, che è il motivo di fondo di tutta la sua produzione". L'opera è presentata in cornice in stile

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Dipinto di Riccardo Viriglio
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Dipinto di Riccardo Viriglio

Rovereto 1920

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Dipinto di Riccardo Viriglio

Rovereto 1920

Olio su tavola. Firmato in basso a sinistra. Al retro a matita il titolo e la data. Riccardo Viriglio, pittore pavese paesaggista, ritrasse scorci urbani prevalentemente della sua città e vedute paesaggistiche soprattutto lombarde. Qui è proposto uno scorcio del paesino di Roveleto, paesino della campagna piacentina ai piedi delle colline preappenniniche. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Guido Ferroni
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Dipinto di Guido Ferroni

Paese triste

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Dipinto di Guido Ferroni

Paese triste

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. Al retro sul telaio il titolo a matita. L'artista senese Guido Ferroni, dopo un esordio di impronta impressionista, approdò ad una pittura dai toni intimi, caratterizzata da una riduzione delle gamme cromatiche e da una atmosfera di pacata quotidianità paesana, legata alla tradizione toscana. Il dipinto è presentato in cornice dorata coeva.

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Dipinto Grande Paesaggio con figure 1930 ca.
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Dipinto Grande Paesaggio con figure 1930 ca.

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Dipinto Grande Paesaggio con figure 1930 ca.

Olio su tavola. Il grande paesaggio di campagna, con alberi frondosi e colline, vede una dama ed alcuni cavalieri impegnati in una battuta di caccia, con i cani che li affiancano nella corsa . Il dipinto è presentato in cornice lignea, coperta sul fronte con stucchi dorati.

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Dipinto di Primo Carena
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Dipinto di Primo Carena

San Pietro in Verzolo

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Dipinto di Primo Carena

San Pietro in Verzolo

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Il dipinto, proveniente da collezione privata pavese, è pubblicato a pagina 70 della monografia di Simona Morani dedicata all'artista Primo Carena (edizioni Bolis), con la presentazione firmata dalla critica dell'arte Rossana Bossaglia. Al retro è presente timbro di partecipazione dell'opera a Mostra personale dell'artista presso il Castello Visconteo di Pavia nel 1992. Il paesaggio, un tratto di campagna con sfondo di colline, ben esprime il sommesso intimismo associato al rigoroso realismo che caratterizzano la produzione pittorica del pittore pavese. Nei suoi paesaggi il Carena tende "a cogliere la realtà atmosferica dei luoghi senza indulgere a descrittivismi.... ma costantemente sorretto da una vena lirica, che è il motivo di fondo di tutta la sua produzione". L'opera è presentata in cornice in stile. a pagina 66 della monografia di Simona Morani dedicata all'artista Primo Carena (edizioni Bolis), con la presentazione firmata dalla critica dell'arte Rossana Bossaglia. Al retro è presente timbro di partecipazione dell'opera a Mostra personale dell'artista presso il Castello Visconteo di Pavia nel 1992. Lo scorcio del paesino della periferia pavese, visto dalla campagna, ben esprime il sommesso intimismo associato al rigoroso realismo che caratterizzano la produzione pittorica del pittore pavese. Nei suoi paesaggi il Carena tende "a cogliere la realtà atmosferica dei luoghi senza indulgere a descrittivismi.... ma costantemente sorretto da una vena lirica, che è il motivo di fondo di tutta la sua produzione". L'opera è presentata in cornice in stile.

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Maurice Henry
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Maurice Henry

Les Bouches de Naples gemissent de Terreur ou de Plaisir 1969

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Maurice Henry

Les Bouches de Naples gemissent de Terreur ou de Plaisir 1969

Inchiostro su carta. Firma, data e titolo in basso. Accompagnato da autentica su foto della Galleria Giò Marconi di Milano e timbro di archivio privato. Si tratta di disegno del giovane artista che diverrò presto uno dei più importanti esponenti del surrealismo mondiale, che fu poeta e pittore, ma anche cineasta, critico d'arte e cinematografico, fotografo e disegnatore umoristico. Nato nel nord della Francia, nel 1927 si stabilisce a Parigi, dove entra in contatto con un gruppo di giovani poeti e filosofi, con cui fonda il movimento ''Grand Jeu'': il gioco è inteso come arte di vivere. Dal 1928 collabora con testi, poemi e disegni alla rivista del movimento e intanto collabora come redattore e reporter con diverse testate parigine, Nel 1932, esauritasi l'esperienza del ''Grand Jeu'', passa al movimento surrealista, collaborando alle sue pubblicazioni e partecipando alle sue mostre. Il suo umorismo vira verso l'insolito e la crudeltà, sempre più derisorio dell'assurdità del quotidiano, del lato tragico dell'esistenza comune, a cui spirito e inconscio si ribellano, tentando di accedere all'inosservabile. Conosce Salvador Dalí. Nel 1939 inizia anche l'attività di cineasta, Nel 1941 ha luogo la sua prima mostra personale a Parigi: il primo acquirente è Pablo Picasso. Partecipa a tutte le mostre surrealiste, tra cui quella internazionale del 1947 a Parigi. Nel 1951, per questioni relative alla disciplina interna al gruppo, abbandona con altri il movimento surrealista, pur continuando a praticarne la poetica. Nel 1955 si appassiona anche alla fotografia. Dal 1968 si dedica quasi esclusivamente alla pittura, abbandonando l'attività di disegnatore umoristico. Nello stesso anno si stabilisce definitivamente a Milano: in Italia espone in diverse mostre personali , quelle di Milano presso la Galleria Marconi. L'opera qui presentata, un disegno giovanile, proviene da importante collezione privata milanese. E' presentato in cornice.

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Dipinto di Antonio Vallone
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Dipinto di Antonio Vallone

Ritratto di scugnizzo

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Dipinto di Antonio Vallone

Ritratto di scugnizzo

Olio su tela applicata a tavola. Firmato in basso a destra. Antonio Vallone, pittore napoletano vicino alla scuola del Morelli, si specializzò nei ritratti di genere, soprattutto di giovani e ragazze sorridenti, scugnizzi o contadine propri della sua terra d'origine. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Maurice Denis
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Maurice Denis

Sur le Canapé d'Argent Pâle 1911

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Maurice Denis

Sur le Canapé d'Argent Pâle 1911

Litografia a colori su carta velina. Il titolo in basso a sinistra. Sul passepartout il nome e la dicitura "lithographie originale". E' la planche n.10 della serie "Amour", creata nel 1899 dall'artista francese e ispirata dalle poesie d'amore che Denis scrisse per la sua futura moglie, Marthe Meurier. Della serie iniziale, furono fatte alcune repliche di cui quella su carta velina datata 1911. Maurice Denis, pittore francese, si formò artisticamente in coincidenza della nascita del movimento simbolista che lo influenzò fortemente, imponendosi per la sua semplicità e per la sua filosofia di un'arte che fosse sintesi tra mondo esterno e spiritualità dell'artista. Nelle sue primissime opere, lo stile pittorico fu di stampo naturalista e neoimpressionista, ma col tempo tese verso un puro decorativismo, caratterizzato da zone di colore piatto e contorni netti. Nel 1888, all'Accademia Julian di Parigi, Maurice Denis fondò con Paul Sérusier, Pierre Bonnard e Paul Ranson, il gruppo dei pittori Nabis (Profeti), gruppo che si rifaceva, nei propri ideali estetici, alle opere e alla poetica di Paul Gauguin, per il superamento del naturalismo impressionista tramite un ritorno all'arte primitiva e giapponese. Delle riunioni dei Nabis, tenute solitamente nella redazione della rivista "Revue Blanche" o all'Accademia Ranson, Denis apprezzò in modo particolare il clima mistico, il gergo esoterico e il soprannome che ogni pittore ricevette dal gruppo: Denis venne chiamato "il Nabi dalle belle immagini". Come "Nabi" Maurice Denis dipinse quadri di stampo intimistico, enigmatico ed i temi della sua pittura, di carattere religioso o situazioni della vita quotidiana, furono portati in una dimensione ideale ed irreale, in un'atmosfera di calda e serena intimità, ottenuta con un tratto estremamente delicato. Una costante della sua vita fu la professione della fede cattolica, che ebbe sempre per lui un ruolo prioritario. Ricevette numerose commissioni per la decorazione di chiese e questo lo fece tornare alla grande tradizione della pittura murale eseguendo affreschi solenni di impianto monumentale, ispirati da un cattolicesimo letterario. Il fervore religioso portò Maurice Denis a fondare, nel 1919, gli Ateliers d'Art Sacré, dedicando molto tempo alla preghiera, tanto da diventare terziario di San Domenico, senza isolarlo dal mondo, per cui partecipò alla vita sociale del tempo. Oltre la vasta produzione di pittore, Denis fu un grande disegnatore e illustratore. Fino alla sua morte Maurice Denis continuò a dipingere in un'interpretazione moderna della grande pittura antica, supportato dalla sua forte vena artistica, continuamente alimentata dai suoi viaggi, molti dei quali in Italia, che lo portarono ad entrare in contatto diretto con i preraffaelliti ed i neoclassici.

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Angelo Dall'Oca Bianca
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Angelo Dall'Oca Bianca

Ritratto Maschile di Profilo

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Angelo Dall'Oca Bianca

Ritratto Maschile di Profilo

Olio su cartone. firmato in basso a destra, con dedica "all'amico G. Rutelli". Di umili origini, Angelo Dall'Oca Bianca, anche una volta divenuto affermato e apprezzato artista, frequentante l'ambiente artistico-culturale italiano e internazionale, mantenne sempre il legame con la sua città, continua fonte di ispirazione per la sua produzione artistica, e per i suoi poveri; nel 1939 costruì a Verona il Villaggio Dall'Oca, a beneficio dei poveri della città, e nel 1941 fece testamento, lasciando tutto il suo denaro e i suoi quadri alla città di Verona per opere assistenziali. La sua pittura fu sempre di stampo prettamente verista, influenzata soprattutto dal contatto con Giacomo Favretto che gli gli consentì di arricchire la sua tecnica pittorica con colori brillanti e uno stile ampio e vaporoso, e dall'utilizzo della fotografia come memoria per la rappresentazione del vero. L'opera, un ritratto di un personaggio maschile visto di profilo, risulta vivace nei colori. E' presentato in cornice in stile.

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Le Fonti di Boario Terme
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Le Fonti di Boario Terme

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Le Fonti di Boario Terme

Acquarello su carta. Anni 20-30 ca. Firmato A.C. Leveque in basso a desta. Al retro il titolo. Lo scorcio della nota stazione termale viene raffigurato intensamente animato dalla folla colorata, che passeggia nei viali antistanti l'edificio simbolo dello stabilimento termale, la cupola Liberty di marmo bianco, che si prolunga ai lati nella balconata sostenuta da colonne a capitelli ionici. Il dipinto è presentato in cornice coeva.

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Dipinto di Gino Simonetti
ARARNO0216747
Dipinto di Gino Simonetti

Donna all'Arcolaio

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Dipinto di Gino Simonetti

Donna all'Arcolaio

Tempera su carta. Firmato in basso a sinistra. Probabilmente un bozzetto, per la stesura a tocchi rapidi e dai contorni non rifiniti, quest'opera presenta una giovane donna seduta a filare all'arcolaio. L'artista Gino Simonetti, pittore ma anche scrittore, nato nel piacentino visse e lavorò prevalentemente a Torino. l'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto con Scena di Concertino domestico
ARAROT0216078
Dipinto con Scena di Concertino domestico

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Dipinto con Scena di Concertino domestico

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. All'interno di una cucina rurale, una famiglia di contadini si concede un momento di festa: il padre suona il mandolino, ascoltato dalla bimba che accenna a voler ballare, assistita dalla mamma, e dalle altre donne della casa, sorridenti mentre svolgono le loro mansioni domestiche. La produzione del pittore napoletano Giuseppe Giardiello guardò sempre al folklore della vita rurale e contadina partenopea, dipingendo, con toni intimistici e delicati, sia scene di vita domestica che scorci paesaggistici animati da figure. L'opera è presentata in cornice coeva.

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